Laura Santamaria, Drawings from Lightning

by Liana Zanfrisco

Laura Santamaria, un’artista nel segno della condivisione

Intervista all’ideatrice e curatrice del progetto Drawings from Lightning. 

“Il segno che ti restituisce la matita è la traduzione diretta del pensiero.”  Laura Santamaria

 

Quando ho scritto l’articolo Il disegno contemporaneo, 10 indirizzi utili, non conoscevo ancora Laura Santamaria. Conoscevo molto bene il suo progetto Drawings from Lightning ma non le avevo ancora mai parlato. La sua reazione al mio articolo è stata immediata e sincera. Questo mi ha spinta ha proporle un’intervista… così alcune settimane fa ci siamo ritrovate al telefono.
Ho capito subito che Laura Santamaria è un’artista anche della comunicazione e il suo progetto Drawings from Lightning ne è un esempio.

 

Laura Santamaria artistaLa prima domanda è d’obbligo: da dove viene Laura Santamaria?

Io sono sempre in giro sparpagliata e infatti ho dei problemi al primo chakra, (il chakra della radice – nota dell’autore)
Non so più io da che parte provengo.
…(Ride)…
Comunque alla fine sono brianzola, sono nata a Monza. Ho studiato Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ho studiato Scultura durante il progetto Erasmus in Inghilterra alla Loughborough University School of Arts and Design. Ho fatto alcune esperienze in Germania, a Dresda e a Berlino una residenza, due mostre collettive ed una personale al Kunstverein Neuekolln – Kunstraum T27. Ho lavorato sul versante Sloveno, Svizzero, Croato nei miei primi anni. Ho vissuto a Londra dove sono spesso ed ho esposto alla Whitechapel Gallery realizzando un progetto site specific per la mostra London Open nel 2015. Sono appena tornata da una residenza in Spagna presso MAC Museo di Arte Contemporanea a La Coruna, dove ho realizzato un progetto di ricerca sulle orbite spaziali e iniziato una serie di pitture. Ora sono al VIR Viafarini-in-residence a Milano. Sono sempre in costante movimento. Tornerò a Londra in maggio per una mostra ed un public talk in occasione del simposio – International Day of Light symposium – al Chelsea College – Lecture Theatre e Morgue Project space.

 

Parlaci della tua ricerca.

La mia ricerca è un rispecchiamento tra micro e macrocosmo e trova il punto d’incontro nella mia produzione artistica.
Per esempio, l’anno scorso sono state trasmesse dalla NASA le prime immagini del pianeta Marte.
Ci sono alcune immagini in cui si notano delle contingenze estetiche molto forti con il mio lavoro, delle analogie.
Questo è un fatto eclatante, perché si tratta d’immagini mai passate nel mio subconscio, in nessuna maniera e in nessuna forma.
Eppure … sono evidenti degli elementi che rivelano la stessa morfologia delle immagini usate nella mia istallazione Hypnero di Berlino… delle affinità, non derivanti nell’oggetto ma nella materia stessa che io ho usato.
Nel mio lavoro ho rilevato tante volte questo genere di coincidenze.
Io ho sempre considerato le mie opere come una navicella spaziale, ci sono dei rispecchiamenti nel pianeta che appartengono al mio immaginario, alcune formazioni che esteticamente trovano dei paralleli nelle mie opere.

 

Laura Santamaria, Drawings from Lightning. Immagine dell'istallazione: Cosmos.

L’arte, dal mio punto di vista, ha la potenzialità di poter generare e rivelare contingenze, similitudini tra Cosmi differenti, coincidenze che sembrano inimmaginabili ma che in realtà accadono e sono documentabili.

Raccontaci dei tuoi inizi?

Ho iniziato nel 98/99 a lavorare sulla natura, non intesa come paesaggio. Mi sono spinta progressivamente verso l’astrazione, sperimentando la materia nella sua essenza. La materia intesa come materiale di lavoro ma anche riferimento, radicalità.

 

Da dove trai maggiormente ispirazione per il tuo lavoro?

Più che con l’ispirazione io lavoro con l’intuizione.
Io ho studiato pittura. I primissimi lavori nati in accademia possono essere riconducibili sia alla Pittura Romantica dell’Ottocento, sia alla Landart.
Nei miei lavori c’è sempre una dimensione istallativa e una pittorica.
La mia processualità artistica nasce, quindi, da due linguaggi diversi tra loro ma vicini per tematica.
Ho sempre esplorato la natura da queste due prospettive.
Trovo limitante il concetto di categoria. Mi esprimo in più di un’occasione in una forma pittorica che si potrebbe associare al concetto di pittura e NON essere tuttavia considerata pittrice. La prerogativa con cui realizzo le istallazioni ha una matrice…eterea.
Il mio linguaggio più congeniale è sicuramente l’istallazione.
La relazione con lo spazio è una prerogativa importantissima che non trova la sua espressione migliore nella pittura.

 

Parlaci del tuo progetto Drawings from Lightning, e del tuo ruolo di artista curatrice.

In realtà la figura dell’artista curatore è sempre esistita, forse adesso c’è un momento di maggiore attenzione ed è un bene.
Gli artisti hanno sempre operato in modo autonomo, generando dei piccoli gruppi e questo è sempre stato molto proficuo e salutare.
Dal punto di vista storico abbiamo tante testimonianze.
Gli artisti hanno cercato di portare sempre avanti un certo tipo di confronto, di dialogo, d’incontro, adesso si sono solo aggiornate le modalità .A Londra, dove ho studiato la figura dell’artista curatore, è molto comune.
Nel caso di Drawings from Lightning volevo mettermi in discussione da un punto di vista professionale e avevo l’esigenza di realizzare un progetto focalizzato sul disegno. Questo mi è stato chiaro fin dall’inizio.Tuttavia volevo che avesse qualcosa in più rispetto a ciò che era già presente, con una vastissima offerta, nel panorama artistico. E’ stata una cosa spontanea e naturale.

Laura Santamaria, Drawings from Lightning - mostra alla Fonderia Battaglia, Milano

 

Com’è nato il progetto in pratica?

Il progetto Drawings from Lightning è nato da una mia idea e da un’esperienza ancora una volta reale.
Stavo guidando sulla Strada Statale Regina del lago di Como, dove c’è un’altissima percentuale di fenomeni legati ai temporali e ai fulmini. Un viaggio molto avventuroso, in una notte tempestosa. Assistendo a un elevato numero di fulmini mi sono interessata al tema. Approfondendo in internet ho conosciuto poi il fenomeno degli Upward Positive Leaders.
Il fenomeno dei fulmini al contrario mi ha richiamato un simbolo metafisico molto forte.
In seguito ho pensato di coinvolgere altri artisti per creare un cabinet of drawings.
In seguito questa connessione di disegni si è evoluta fino a diventare una piattaforma di dialogo.
Da queste prime partecipazioni se ne sono sviluppate altre, fondate soprattutto sulla volontà di condividere in un dialogo autentico la metafora del fulmine quale simbolo di energia e luce atto a veicolare la concezione spirituale, alchemica alla base del nostro percorso artistico ed esistenziale.
Sull’onda di questo dialogo si è poi pensato di variare ed in seguito incrementare il numero delle partecipazioni e realizzare un libro d’artista.

 

Quindi avete deciso di usare il Fulmine come tema del progetto?

Il fulmine al rovescio è una metafora dello stato attuale. Il mondo al contrario.
Una metafora del nostro modo di guardare le cose e poterle percepire e vedere in maniera totalmente nuova rispetto alla prospettiva attuale, al nostro punto di vista.

Il fulmine dinamizza il pensiero, la percezione con cui guardiamo le cose.

Il fulmine si può associare in senso metaforico a una luce che si propaga verso l’universo.

Il fulmine è comunque un’immagine poetica molto suggestiva e anche per questo lo abbiamo voluto mantenere come essenza del nostro progetto.

 

Chi ha sostenuto economicamente questo progetto?

Persone per provenienza e operatività trasversale. Persone di origine diversa ma con un comune denominatore che sta nella forza concettuale del progetto e nella volontà di dare uno spazio, una spinta al disegno.
Io credo che sia stato un progetto molto fortunato dal punto di vista della critica, della crescita tra gli artisti, del pubblico che si è avvicinato con curiosità. Mi ritengo molto soddisfatta.
Abbiamo sicuramente contribuito ad arricchire il panorama del disegno in Italia.

 

Il progetto può ritenersi terminato?

Drawings from Lightning continuerà anche in futuro attraverso i public talk e le presentazioni del libro.


Laura Santamaria foto del publik talk di Modena.Parlaci un po’ del public talk, com’è nata l’idea?

Dal dialogo avvenuto spontaneamente tra gli artisti, le associazioni no profit, la piattaforma Beart del crowfunding e il nostro sponsor della carta Cordenons.
Questi confronti sono sempre stati molto attenti e sentiti. Quasi spontaneamente si è creato poi un incontro come quello di Londra l’anno scorso a Madeinbritaly insieme a Revolve:R e a Drawing Storage cioè una modalità in cui le opere diventano una piattaforma di dialogo vero e proprio, diretto, ancora una volta coinvolgendo artisti e curatori come Sam Treadaway e Giovanna Sarti, Pietro Reviglio ed Enza Galantini.

Il public talk in cui abbiamo presentato il progetto sono sempre stati coerenti con la volontà di raggiungere un certo tipo di pubblico interessato a capire di là delle opere che cosa muove il pensiero e la mente degli artisti.
La condivisione è una forma di apertura e confronto, un punto d’incontro tra gli artisti e pubblico. Il nostro pubblico si è sempre dimostrato attento e sensibile, verso quella che è considerata la professionalità dell’artista.

L’artista inteso non come un realizzatore di opere ma come un intellettuale, un poeta, un pensatore, una persona che ha un suo bagaglio interiore concettuale molto profondo, offrendo nei talk una testimonianza molto valida.

 

… Poi la conversazione magicamente si sposta sugli archetipi… E questa è ancora una volta l’occasione per parlare del ruolo dell’artista.

 La capacità di mettersi in gioco rispetto al passato, è una forma di costruzione del futuro.

(…)
Se una persona esplora se stessa, in modo autentico, non andando a guardare quello che si trova all’esterno ma andando a guardare quello che trova all’interno, l’energia scaturisce in modo spontaneo e l’energia genera energia.
Agendo al contrario, non si acquista energia ma si contamina l’opera, s’indebolisce.

(…)
Quando cambiamo la nostra percezione, i nostri gesti cambiano immediatamente.
Cambia la nostra gestualità, cambia la modalità con cui guardiamo.
Se poi impariamo a osservarci, il cambiamento appare davvero incredibile.

 

Dunque l’introspezione aiuta l’atto del disegnare?

Sì, l’introspezione ma anche l’azione di per se, la fisicità, la felicità che ci trasmette un segno.

Il disegno diventa una circostanza metafisica dell’incontro con il sé nel momento in cui attraverso il gesto c’è una comunicazione autentica, non stimabile, non cifrabile, non riproducibile ma assolutamente spontanea.

In pratica il contrario di ciò che vediamo fare tante volte nell’arte oggi.
Quest’atteggiamento concettuale si tramuta nel disegno come una forma di specchio metafisico in cui non è possibile nessuna forma di finzione o mimesi.
Come ben sai la promiscuità dei social, la promiscuità delle immagini che noi vediamo in rete, genera comunque una contaminazione.
Rifocalizzare la propria identità artistica nel proprio centro, nella propria opera è uno sforzo a cui gli artisti sono chiamati. Un artista deve necessariamente compiere questo sforzo proprio per una gerenza all’autenticità e alla sincerità dell’opera.
Un artista deve rifocalizzare continuamente, costantemente il proprio fare, il proprio essere in una condizione coerente, autentica e legata all’evoluzione d’identità del proprio sé.
Il disegno diventa così l’atto metafisico più immediato più diretto perché non esiste nessuna forma di promiscuità in quello che ti restituisce la matita.

Questo è un aspetto molto interessante anche per me ed è stato alla base di Drawings from Lightning.
Quest’aspetto è stato subito colto dagli artisti come una forma di autenticità del progetto.
Il disegno ha permesso a tutti di esprimere anche quella parte di se che rimane più privata, più segreta.
Il disegno è un medium poco imposto e che offre lo scheletro dell’idea attraverso cui gli artisti pensano e attraverso cui sono generate le loro stesse opere.
Questo credo sia uno dei contributi più forti, indispensabili e potenti di Drawings from Lightning..
Noi non siamo più abituati a vedere la processualità nelle opere d’arte. Le opere sono molto spesso viste come qualcosa di risolto.
La presentazione dell’opera diventa da un punto di vista formale: una presentazione impeccabile di cui conosciamo, soltanto, nella maggior parte dei casi, delle immagini digitali ritoccate e perfette.
Questa esigenza spasmodica da super estetica digitale ci ha un po’ allontanati da tutti questi gradini di processualità che in realtà sono di una ricchezza incredibile e che io credo sia necessario rivelare.
Anche quello che dicevamo a proposito del public talk prende spunto da ciò.
Raccontare la morfologia di un progetto, la morfologia con cui è stato realizzato ogni singolo disegno degli artisti è un modo per rifocalizzare l’attenzione sulle proprie priorità progettuali, espressive e linguistiche.
Io credo che questo tema sia parte della contingenza storica, dei nuovi media, del nostro modo di fruire l’arte che è sempre molto più rapido, veloce e iperestetico.
Questa promiscuità, questo continuo fluire d’immagini, di opere impeccabili ha tolto un certo tipo di backstage, di curiosità verso la morfologia con cui si costruiscono i progetti, le opere, gli incontri. Il disegno rovescia ancora una volta ogni tipo di condizione.

Laura, ti sono grata per aver contribuito in modo così profondo e chiaro a far luce sul disegno contemporaneo

Mi fa piacere che tu sia riuscita a raggiungere il progetto….grazie a te!

 

Si conclude cosi questa mia lunga conversazione con Laura Santamaria, un’artista davvero straordinaria.
Hai notato che capacità ha Laura Santamaria di parlare di se stessa e del suo lavoro? Tutti gli artisti dovrebbero saperlo fare con tale semplicità e profondità.
Ti anticipo che ci saranno altre interviste ad altri artisti per conoscere sempre nuove prospettive e metodologie. 

Sentiti libera/o di scrivere nei commenti  ciò che vorresti sapere da un artista, aiuterà me nelle prossime interviste a fare domande più mirate e di interesse comune.

A presto

la mia firma

P.s.: Per approfondire il lavoro di Laura Santamaria visita il sito : www.laura-santamaria-blog.tumblr.com
Per sapere di più sul progetto Drawings from Lightning visita il sito: upwardpositiveleaders.tumblr.com

Didascalie delle immagini pubblicate in questo articolo. Autorizzazione concessa

Drawings from Lightning – Mostra alla Biblioteca Poletti, Palazzo dei Musei, Modena

2 Laura Santamaria, Foto-ritratto dell’artista

Cosmic Joy Swept Over – Installazione – Geh 8 Kunstraum Dresden, 2012 (particolare)

Drawings from Lightning – Mostra alla Fonderia Battaglia, Milano

5 Drawings from Lightning, artists’ book /raccolta di disegni, curata da Laura Santamaria – Data di pubblicazione, 2016

(Pagine: 31 opere, Editione: 250 copie numerate, Dimentioni: 42 x 30 cm, Lingua: Italiano, Inglese, Stampa Offset – Stampato in Italia)

Drawings from Lightning – Public talk con Barbara De Ponti, Chiara Pergola, Debora Hirsh, Laura Santamaria, a cura di Carla Barbieri, alla Biblioteca Poletti, Palazzo dei Musei, Modena

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2 comments

cristina Cerminara 24/03/2018 - 14:10

Incredibilmente interessante, cara Liana ancora una volta attraverso il tuo lavoro costante e di altissima qualità crei la possibilità di venire a contatto con personalità affascinanti, che generano una passione reale!
Inoltre si percepisce la ricerca di profondità nel proprio lavoro attraverso l’incontro con personalità di così grande spessore. La tua intervista mi ha ancora una volta aperto un mondo, e più si lavora più si percepisce come il network che stai contribuendo a creare sia geniale. Come tu avevi giustamente intuito in Italia questo tipo di lavoro qui è ancora in fase iniziale, ma grazie al tuo prezioso lavoro crescerà moltissimo.
Sono felice di aver conosciuto oggi attraverso la tua bellissima intervista questa artista eccezionale, Laura Santamaria, stupendo il lavoro di approfondimento attraverso il disegno, le idee, il concept del public talk, insomma tutto! Per noi disegnatrici una fonte d’ispirazione infinita. Complimenti ancora una volta!

Reply
Liana Zanfrisco 25/03/2018 - 15:14

Grazie Cristina,
conoscere personalmente un artista, potergli parlare, ascoltarlo quando racconta del suo processo artistico per me è sempre stato molto importante. Molto più di tanti saggi scritti dagli addetti ai lavori. Gli artisti amano gli artisti, ne cercano il contatto continuamente anche andandoli anche a trovare nei loro atelier, chiedendo loro consigli su come procedere. Continuerò senz’altro con altre interviste, con altre voci…
Detto tra noi: ho la presunzione di credere che sia necessario 😉

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