
Archivio Disegni e appunti visivi in continua trasformazione
Liana Zanfrisco
Misure 30 x 21 cm
Tecnica mista, carta
L’Archivio è il cuore pulsante del mio lavoro.
Un progetto personale iniziato nel 1999, nato dall’esigenza di raccogliere idee visive in forma grezza — schizzi, annotazioni, intuizioni rapide — appuntate su fogli, cartoncini, tovaglioli.
Nel tempo, questa raccolta spontanea si è trasformata in un sistema creativo complesso: un atlante visivo in costante crescita, capace di generare nuove traiettorie.
l'idea
L’Archivio è il cuore pulsante del mio lavoro.
Un progetto personale iniziato nel 1999, nato dall’esigenza di raccogliere idee visive in forma grezza — schizzi, annotazioni, intuizioni rapide — appuntate su fogli, cartoncini, tovaglioli.
Nel tempo, questa raccolta spontanea si è trasformata in un sistema creativo complesso: un atlante visivo in costante crescita, capace di generare nuove traiettorie.
Le origini
Nel 1999, mentre transitavo dalla pittura all’esplorazione delle arti mediali, ho iniziato a interrogarmi sul ruolo della tecnologia nel mio lavoro.
Per l’esame d’ingresso all’Accademia delle Arti Mediali di Colonia (sezione Videoarte), presentai una scatola di appunti visivi: segni, frammenti, concetti in cerca di forma.
Fu il fotografo e artista Jürgen Klauke a riconoscerne la forza, invitandomi a considerarli non semplici studi preparatori, ma opera in sé.
Una struttura lessicale e grafica
L’Archivio è oggi composto da centinaia di fogli, organizzati per anno e per lettera alfabetica, come in un dizionario personale.
Ogni voce — concreta o astratta — è accompagnata da disegni che la illustrano, la contraddicono, la interrogano. Le parole diventano immagini, le immagini mappe mentali e affettive, attraversate dal tempo e dalle influenze culturali.
Gli “Estratti”
Alcune voci si sono evolute in progetti tematici, che chiamo “estratti”: raccolte costruite attorno a un concetto specifico.
Per esempio, nella mostra Dress Code (ISP, Bruxelles), ho creato un estratto dedicato all’abbigliamento, generando un allestimento modulare di opere incorniciate, collegate tra loro come un quadro collettivo.
Esposizioni e metamorfosi
Nel 2002, alla Project Gallery dell’Accademia di Colonia, l’Archivio è stato esposto per la prima volta nella sua materialità: schedari, cassetti, fogli.
Un’installazione viva, simile a un ufficio portatile. Fu ancora Klauke a evidenziare come lì, nello spazio retrostante, si rivelasse il vero cuore del mio lavoro: il processo, la memoria, la materia.
Un processo continuo
L’Archivio cresce con me. Ogni foglio nuovo si stratifica sui precedenti. Ogni disegno può dare origine a un estratto, a un progetto futuro.
Non è solo un contenitore, ma un dispositivo di trasformazione. Una forma d’arte che privilegia il processo sul prodotto, la coerenza nel tempo più che la singola opera.
È la traccia visibile di una ricerca che non ha fine — né intende averla.



































































































