Un disegno al giorno, la mia intervista per il Messaggero.

by Liana Zanfrisco

Un disegno al giorno toglie la malinconia di torno.

L’intervista che ho rilasciato a Vincenzo Sori è stata pubblicata venerdì 13 aprile 2018 nello Speciale Cultura e Spettacoli del Messaggero della mia città: Civitavecchia.

In questa intervista parlo di “un disegno al giorno” ma anche dell’importanza di ricevere una formazione artistica giusta, della vita all’estero e della felicità del ritorno. La pubblico in formato digitale perché trovo che Vincenzo Sori (il giornalista) sia stato bravissimo a realizzare un ritratto di me  in cui mi rispecchio profondamente.

Leggi l’intervista!

 

“Ho capito che i disegni prima di uscire devono maturare dentro”

Scambiare opinioni con Liana Zanfrisco è come immergersi in una vasca di acqua termale. Un viaggio balsamico fatto di brevi istantanee nell’universo emotivo di una disegnatrice capace di restituire su carta figure e idee semplici, minimali, moderne.

 

“E’ fondamentale mettersi ogni giorno nella condizione di fare un disegno”

Ed è proprio questo scavare incessante, questa ricerca continua il fondamento della produzione artistica di Liana Zanfrisco.

Civitavecchiese, diplomata all’ex Istituto d’Arte (è stata lei a organizzare una bella mostra nel corso della festa per i cinquanta anni), laureata alle Belle Arti e poi specializzata in Arte Mediale a Colonia alla Kunsthochschule für Medien (KHM): la Zanfrisco è quel che più si avvicina alla definizione di artista totale.

Vivere di e per l’arte.

 

Ha trascorso quasi venti anni all’estero ma oggi vive e lavora tra Roma e Civitavecchia. Come mai ha deciso di tornare?

“Finita l’Accademia delle Belle Arti, andai in Germania con due colleghe perché eravamo state invitate a una mostra. Lì trovammo una situazione straordinaria. Non eravamo abituate a un’accoglienza del genere. Dovevamo istallare un lavoro, ma quello che ci colpì fu che avevamo una libertà di azione totale. Decisi di restare. Ho vissuto tra la Germania e il Belgio per 17 anni. A un certo punto, però, il cerchio si chiude, capisci che devi tornare. Lo senti. Quando sei giovane combatti, ma non puoi stare sempre in battaglia”.

 

Ora che è tornata a casa non le sta un po’ stretta Civitavecchia?

“Direi di no. Oggi grazie alla tecnologia è possibile fare tutto.

Se viene utilizzata in modo sano è una risorsa incredibile. Per le relazioni, per il lavoro. Il fatto di vivere qui non mi crea nessun problema, molti dei miei contatti vengono da fuori”.

 

Di che cosa si occupa? In che cosa consiste principalmente la sua produzione?

Il mio medium espressivo principale è il disegno, che è una cosa abbastanza nuova. Il disegno è stato sempre considerato come qualcosa che viene prima dell’opera d’arte. In molti paesi non è così da molto tempo, si è evoluto a categoria indipendente. Un po’ quello che è accaduto alla fotografia. Il mio lavoro è disegno contemporaneo”.

Un disegno al giorno. Liana Zanfrisco in piedi davanti alla scrivania mentre disegna, sulla parete i suoi disegni.

Tiene anche un blog nel quale dà consigli agli artisti.

“Esatto, il messaggio che cerco di dare attraverso il blog è di non interrompere mai il processo produttivo”.

 

Lavora per l’editoria, allestisce e organizza mostre. Come può riuscire un giovane oggi a costruirsi una carriera artistica?

“Bisogna scegliere l’Accademia che ti permette di seguire i docenti migliori. In Italia è abbastanza difficile. Joseph Beuys, uno dei più grandi artisti del mondo,  è stato professore all’Accademia di Düsseldorf. Da noi i giganti del settore non insegnano negli istituti pubblici. Comunque è necessario andare a bere alla sorgente giusta. Finita l’Accademia, devi diventare manager di te stesso, organizzare il lavoro in due fasi, la creatività e la programmazione. Inoltre è importante muoversi in gruppo, studiare e chiedere sempre con gentilezza. All’estero non c’è molto spazio per l’arroganza. Nell’arte è così. Mai dimostrare qualcosa che non si ha, millantare. Piuttosto è fondamentale curare le proprie qualità, guai a essere approssimativi”.

 

Dal 2017 fa “un disegno al giorno”. Di che cosa si tratta?

“Durante un percorso artistico succede di avere momenti no. Io li ho avuti. Sono delle fasi. E’ un saliscendi molto duro. Per combatterlo ho sposato una strategia: faccio un disegno al giorno. In questo modo fai pulizia e vai in profondità. I disegni di questi anni non li avrei mai tirati fuori se non avessi lavorato al disegno quotidiano. Dovere di ogni artista è di non lasciare niente di intentato. Il disegno che salta non esisterà mai più, è inghiottito per sempre.

Questa è una verità alla quale, se si decide di fare arte, non ci si può sottrarre”.

 Vincenzo Sori

P.S:
Un grazie particolare a Vincenzo che mi ha scoperta su Facebook proprio per la mia “ostinazione” a pubblicare un disegno al giorno…
… e grazie a te che mi hai seguita fin qui.

la mia firma

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